Mali: impegno per evitare vittime civili negli scontri militari

Mentre proseguono gli attacchi militari delle forze francesi, Amnesty International ha chiesto a tutte le parti coinvolte nel conflitto armato del Mali di garantire che i civili siano protetti.

Col sostegno francese, l’11 gennaio l’esercito del Mali ha lanciato una controffensiva nei confronti dei gruppi armati islamisti, per impedire la conquista delle citta’ meridionali.

‘Vi e’ il concreto timore che gli scontri possano dar luogo ad attacchi indiscriminati o altri attacchi illegali in zone in cui i membri dei gruppi armati islamisti sono mescolati alla popolazione civile’ – ha dichiarato Paule Rigaud, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa. ‘Le forze che prendono parte agli attacchi armati devono a ogni costo evitare bombardamenti indiscriminati e fare il massimo per evitare vittime civili’. Continua a leggere

Banca Mediolanum, raccolta fondi e gestioni dicembre 411 mln, 2 mld nel 2012

Banca MediolanumMILANO, 9 gennaio (Reuters) – Banca Mediolanum ha realizzato una raccolta netta di fondi e gestioni per 411 milioni nel mese di dicembre, portando gli afflussi complessivi per l’anno a 2,065 miliardi secondo la metodologia di Assogestioni.

Lo annuncia una nota precisando che la raccolta complessiva netta il mese scorso è stata pari a 253 milioni di cui 249 milioni quella riferibile al risparmio gestito che ha visto deflussi dall’assicurazione vita per 163 milioni. La raccolta netta totale del 2012 si porta a circa 2,26 miliardi, pressoché in linea con i 2,28 miliardi del 2011.

Haiti tre anni dopo il terremoto: situazione catastrofica per la popolazione

Tre anni dopo il terremoto ad Haiti, la situazione degli alloggi nel paese resta devastante, con centinaia di migliaia di persone che si trovano ancora in rifugi precari. Amnesty International ha chiesto alle autorita’ haitiane e alla comunita’ internazionale di considerare la questione degli alloggi in via prioritaria.

Il terremoto di Haiti del 12 gennaio 2010 causo’ 200.000 vittime e rese senza tetto 2,3 milioni di haitiani. Attualmente, gennaio 2013, 350.000 persone vivono nei 496 campi distribuiti su tutto il paese.

Secondo le testimonianze raccolte da Amnesty International ad Haiti, le condizioni di vita nelle tendopoli stanno peggiorando: si registra una forte difficolta’ di accedere all’acqua, ai servizi igienici e ai sistemi di raccolta dei rifiuti, circostanze che hanno contribuito alla diffusione di malattie infettive, come il colera. Le donne e le ragazze rischiano stupri e altre forme di violenza sessuale.

Come se non bastasse essere esposti all’insicurezza, alle malattie e agli uragani, molte persone che vivono nelle tendopoli sono costantemente a rischio di essere sgomberate con la forza.

Dopo il terremoto, oltre 60.000 persone hanno subito sgomberi forzati dalle tendopoli. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, oltre 80.000 haitiani che vivono in campi allestiti prevalentemente su terreni privati rischiano lo sgombero.

Nell’aprile 2012, le autorita’ haitiane hanno annunciato un Piano nazionale sugli alloggi, che individua una serie di priorita’ per la costruzione di nuove abitazioni senza specificare in che modo i piu’ poveri potranno avere accesso ad alloggi adeguati e in condizioni economicamente sostenibili. Il piano non prevede alcun impegno contro gli sgomberi forzati.

Mesi prima, nell’agosto 2011, grazie al sostegno dei donatori internazionali, il governo haitiano aveva lanciato un programma per trasferire i residenti di 50 tendopoli in 16 nuove strutture residenziali, attraverso un incentivo per famiglia di 500 dollari per 12 mesi e 25 dollari per i trasporti. Le famiglie avrebbero dovuto fare una trattativa privata coi proprietari.

Il progetto ha aiutato alcune famiglie ma gli incentivi troppo bassi hanno impedito a molte altre di trasferirsi e accedere a una soluzione abitativa di lungo termine. Anche le famiglie che ne hanno beneficiato temono cosa potra’ accadere alla fine degli incentivi, poiche’ non saranno in grado di pagare l’affitto. Gia’ oggi, sono a malapena in grado di dar da mangiare ai figli, per non parlare delle cure mediche, dell’istruzione e dell’abbigliamento.

Secondo Amnesty International, le iniziative del governo di Haiti sembrano piu’ interessate a impedire alle vittime del terremoto di vivere in luoghi pubblici piuttosto che a fornire loro alloggi sicuri. La partenza degli attori umanitari da Haiti, nel 2011, e la diminuzione dei finanziamenti hanno peggiorato le condizioni di vita nelle tendopoli. Solo una piccola parte dei fondi promessi dai donatori e’ stata assegnata a progetti edilizi.

Roma, 11 gennaio 2013

Attiviste Curde uccise a Parigi: John Dalhuisen chiede giustizia

Amnesty International ha sollecitato un’indagine rapida e approfondita sull’uccisione di tre attiviste curde, avvenuta ieri sera a Parigi.

Sakine Cansiz, tra i fondatori del gruppo armato Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), Fidan Dogan, rappresentante del Congresso nazionale curdo in Francia e l’attivista Leyla Söylemez, sono state trovate morte all’interno della sede dell’Ufficio d’informazioni del Kurdistan della capitale francese.

‘Dev’esserci giustizia per quelli che appaiono omicidi politici. Le autorita’ francesi dovranno rivoltare ogni pietra nel corso delle indagini e le autorita’ turche dovranno cooperare in pieno per portare i responsabili di fronte alla giustizia’ – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

Le uccisioni hanno avuto luogo mentre il governo turco e il Pkk avevano avviato negoziati di pace.

‘Entrambe le parti devono garantire che quanto accaduto a Parigi non pregiudichi i negoziati, che hanno l’obiettivo di porre fine a decenni di conflitto e di perduranti violazioni dei diritti umani’ – ha aggiunto Dalhuisen.

Da quando nel 1984 il Pkk ha preso le armi per chiedere maggiore autonomia, sono morte oltre 40.000 persone. A causa dei suoi attacchi contro le forze di sicurezza e i civili, il Pkk e’ considerato un’organizzazione terrorista dalla Turchia, dagli Usa e dall’Unione europea.
                                                  
Roma, 10 gennaio 2013

Obama: nomina Brennan alla Cia e Hagel al Pentagono

Le nomine del presidente Usa dovranno essere confermate
dal Senato

Da sinistra a destra Chuck Hagel, nuovo ministro della Difesa, Barack Obama e John Brennan nuovo direttore della Cia (Ap)

Da sinistra a destra Chuck Hagel, nuovo ministro della Difesa, Barack Obama e John Brennan nuovo direttore della Cia (Ap)

 Tutto come nelle previsioni. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha nominato l’ex senatore repubblicano Chuck Hagel alla guida del Pentagono al posto del dimissionario Leon Panetta. Il presidente americano ha anche scelto John Brennan, suo consigliere per l’anti-terrorismo, quale direttore della Cia, guidata ad interim dal 9 novembre scorso da Michael Morell dopo le dimissioni del generale David Petraeus, travolto da uno scandalo rosa. Entrambe le nomine dovranno essere ratificate dal Senato. PASSAGGIO AL SENATO – Per Hagel, scelta apparentemente bipartisan per Obama come fu quella di confermare Robert Gates al Pentagono all’inizio del suo mandato, le cose non sembrano facili. Si troverà ad affrontare una nutrita pattuglia di suoi stessi compagni di partito contrari alla sua nomina, sia per la sua decisione di votare contro la guerra in Iraq nel 2003, sia per le sue esternazioni contro l’influenza della lobby ebraica a Washington. Anche Brennan potrebbe trovare delle difficoltà. Doveva infatti essere già nominato al posto di Panetta, ma era malvisto dai liberal per le posizioni giustificazioniste nei confronti dei metodi d’interrogatorio, considerati troppo brutali, effettuati dalla Cia nei confronti dei presunti terroristi.

Amnesty chiede al presidente Obama di rimediare ai fallimenti sui diritti umani del suo primo mandato

Obama fallimento diritti umaniAlla vigilia dell’undicesimo anniversario del primo trasferimento di un detenuto nella base navale di Guantánamo Bay e dell’inaugurazione del suo secondo mandato presidenziale, Amnesty International ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Barack Obama di riprendere in considerazione la promessa, fatta nel 2009, di chiudere il centro di detenzione e, questa volta, di impegnarsi a rilasciare i detenuti o a sottoporli a processi equi.

Oggi a Guantánamo vi sono ancora 166 detenuti. Dal 2002, il centro di detenzione ne ha ospitati 779, la maggior parte dei quali vi ha trascorso diversi anni senza accusa ne’ processo.  

Sette detenuti sono stati condannati dalle commissioni militari, cinque dei quali a seguito di accordi precedenti il processo sulla base dei quali hanno ammesso la colpevolezza in cambio della possibilita’ di essere rilasciati. Continua a leggere

Addio alla Montalcini. ‘Io non sono il corpo. Sono solo la mente’

Addio MontalciniE’ morta la senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la medicina, morta nella sua abitazione a Roma, aveva 103 anni. La senatrice a vita è morta intorno alle 14 nella sua casa in via di Villa Massimo, in una zona residenziale di Roma a due passi da Villa Torlonia. La scienziata era con alcune persone care che, accortesi del peggioramento delle sue condizioni di salute, in un primo momento – come è stato riferito da loro stessi – hanno chiamato un’ambulanza per portarla alla vicina clinica Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando e il premio Nobel si è spenta nella sua abitazione. All’esterno del condominio immerso nel verde nel centro di Roma continua il viavai di persone che stanno portando l’ultimo saluto alla senatrice. Nell’appartamento il cui è morta la Montalcini, al quarto piano dello stabile, vige il più assoluto riserbo. “Sono alcuni mesi che la senatrice non si vede più qui in giro – dice un conoscente – fino a qualche mese fa la si vedeva abbastanza frequentemente fare passeggiate per queste stradine”.

“E’ un faro di vita che si è spento”. Così Piera Levi-Montalcini, nipote di Rita Levi Montalcini, consigliere comunale a Torino nel gruppo dei Moderati. Piera è in viaggio in treno verso Roma. “Si è spenta come si spegne un faro. Per fortuna non ha sofferto”. Continua a leggere

Autocertificazioni per l’esenzione da reddito per le prestazioni sanitarie valide fino al 31 dicembre 2013

Verifiche sulla veridicità delle dichiarazioni: si rischiano denunce penali

La sede dell’Asl imperiese a Bussana

L’Asl imperiese comunica che la Regione Liguria ha prorogato al 31 dicembre 2013 la validità delle autocertificazioni per esenzione di reddito, riferite a prestazioni sanitarie, che sarebbero scadute il 31 dicembre 2012. Il rinnovo eviterà ai cittadini di dover nuovamente presentare autocertificazioni sulla stessa posizione reddituale. L’Asl ricorda anche che le dichiarazioni false saranno oggetto di verifiche da parte delle autorità preposte con posisbili denunce penali e la decadenza dal beneficio dell’esenzione oltre che con il recupero, da parte della stessa Asl, degli importi dovuti.

Milano, un colpo da 200mila euro

Milano - Colpo grosso a casa Falck un bottino da 200mila euroHa fruttato circa 200mila euro di bottino il colpo messo a segno da una banda che, durante le feste natalizie, ha svaligiato la casa di Silvia Urso Falck, vedova di Giorgio Falck, a Milano. A dare l’allarme al 113 è stata la domestica filippina, che vive nell’abitazione e che ha riferito alla polizia di non aver inserito l’allarme, prima di uscire di casa. Al suo ritorno ha trovato una portafinestra forzata, e un’altra aperta, al primo piano. Probabilmente i ladri sono entrati dalla prima e poi sono usciti dalla seconda, che dava sul giardino interno, dopo aver smurato una cassaforte di medie dimensioni.

Secondo un primo bilancio ad essere asportati sono stati alcuni preziosi tra cui un anello con tre diamanti del valore di 60mila euro, vari gioielli in oro per altri 20-30mila euro, orologi in oro, gemelli antichi e libretti di deposito, per un valore complessivo stimato in circa 200mila euro. Secondo quanto riferito dalla proprietà, i beni rubati non erano assicurati.

Obbligo pneumatici da neve: abrogata la norma al Senato, resta la precedente ordinanza

Il tanto contestato emendamento sull’obbligo di pneumatici invernali su tutte le auto è stato bocciato al Senato e, dunque, non sarà quindi obbligatorio montare gli pneumatici invernali. Tutto torna come prima e sarà l’automobilista a decidere.

Ovviamente, resta in vigore l’ordinanza, secondo cui, c’è l’obbligo di avere pneumatici invernali o catene da neve a bordo dal 15 novembre al 15 aprile 2013, per i tratti stradali ed autostradali a maggior rischio di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio.

Pneumatici invernali obbligatori